La città di Ercolano, meta turistica per eccellenza grazie al suo patrimonio archeologico, gli scavi della città romana sepolta dall’eruzione del 79 d.C., Ercolano è un comune vesuviano con un’estensione di 19.64 km² per 55.663 abitanti, ed è situata alle falde sud occidentali del Vesuvio, in affaccio sul Golfo di Napoli. La leggenda narra che a fondarla fu Ercole, il mitico eroe greco, quando, giunto in Italia dall’Iberia, dove aveva compiuto una delle sue valorose imprese, creò una piccola cittadina tra Napoli e Pompei e le diede il nome di Herculaneum. Alcuni dati storici confermano, invece, che la città abbia avuto origine nel primo secolo a.C. e che il suo nome derivi dal greco Erakeion.
Fu abitata dagli Osci, dai Sanniti, dagli Etruschi
e dai Romani, e all’epoca di Giulio Cesare
divenne un municipium, ovvero, un comune non fondato dai Romani
ma incorporato nello stato. Iniziò, così, un periodo di benessere per la città
che, per la sua bellezza e per il clima favorevole, divenne meta turistica del
patriziato romano che vi fece costruire ville e residenze. L’eruzione
del 79 d.C., però, distrusse questa raffinata cittadina investendola
di lava e di fango e sommergendone case e oggetti. Su quest’area, poi, è sorta
la città di Resina, la moderna città che ha mantenuto questo
nome fino al 1969 quando è stata chiamata, poi, Ercolano.Diversi sono i luoghi di interesse ad Ercolano, prima fra tutti gli Scavi Archeologici che, a differenza di Pompei, sono stati seppelliti da colate di fango e lava, e non da lapilli e cenere, così da conservare meglio gli arredi e le strutture lignee delle abitazioni. La riscoperta dell’antica Ercolano comincia nel XVIII secolo, grazie al conte austriaco d’Elboeuf, per poi continuare nell’800 ed essere ripresi nel 1927 da Amedeo Maturi, e sono tuttora in corso. Ercolano ci appare oggi solo in una parte della sua estensione, quella più vicina al mare, mentre restano ancora sepolti parte del Foro, i templi, numerose case e le necropoli, specialmente per il fatto che vengono a trovarsi sotto il moderno abitato di Resìna.
La visita della città può essere iniziata dal Cardine III,
su cui affacciano numerose abitazioni. Fra gli edifici degli scavi va ricordato
il Teatro, a ca. 26 m di profondità, capace di 3.000
spettatori su 10 file di gradini; la Basilica ornata di marmi
e di pitture, le terme con la palestra, la Casa di Argo con un
porticato di 20 colonne e 6 pilastri e il peristilio a colonne stuccate,
simbolo di nobiltà, e i famosissimi papiri di Ercolano
in parte conservati nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Tra le abitazioni più ampie e signorili vi è la Casa dell’Albergo,
che ha conservato intatta la sua struttura, l’adiacente Casa dello
Scheletro, chiamata così per i resti umani che sono stati rinvenuti.
Poi c’è la Casa dell’Atrio a Mosaico, così detta per l’ottimo
stato in cui si conserva il pavimento e che presenta, su una parete, un
affresco dedicato a Diana e Atteone. Poi c’è
la Casa a Graticcio, esempio di edilizia popolare con il
colonnato che reggeva il balcone e che poggia direttamente sul marciapiede.
Ancora troviamo la Casa Sannitica, che ha conservato la sua
caratteristica di abitazione per nobili per la molteplicità di affreschi che
conserva sulle mura. Poi troviamo la Bottega accanto alla Casa
di Nettuno e Anfitrite e che conserva gli arredi e le anfore che
contenevano merci oltre a cereali e legumi carbonizzati dalla lava.Il Decumano Massimo è la zona più ricca di storia di Ercolano, sebbene solo una parte sia stata portata alla luce. Da qui si accedeva al Foro, che pure non è del tutto dissepolto. La Casa del Bicentenario, in cui fu trovata una croce che fa pensare ai primi segni di cristianità in quei luoghi, è chiamata così perché trascorsero due secoli, dall’inizio degli scavi, prima di essere portata alla luce. Anche Ercolano era dotata di Terme, al centro c’era un portico circondato da un colonnato con funzione di moderna palestra, zona divisa tra area maschile e area femminile. Non mancano luoghi di interesse nella città moderna: il corso principale della città, Corso Resìna, che collega Ercolano a Napoli, possiede un tratto denominato Miglio d'Oro, per la presenza di rilevanti opere architettoniche: le Ville Vesuviane (alcune ristrutturate anche da famosi scultori o architetti come il Vanvitelli), Villa Aprile, Villa Battisti, Villa e Parco della Favorita, residenza del re Ferdinando IV di Borbone, e così chiamata perché ricordava alla moglie, Maria Carolina D’Austria, la villa favorita di Shonbrun, e Villa Campolieto, opera, in parte, di Luigi e Carlo Vanvitelli, sedi di eventi culturali, spettacoli e concerti. Altro luogo d'interesse artistico è la Basilica di Pugliano, disposta all'estremità più alta di via Pugliano, famosa per l'antico mercato di indumenti usati, tra i più antichi d'Italia.
